martedì 13 maggio 2008

L’insostenibile imprevedibilita’ del traffico urbano

Il traffico, nell’urbe, sta sfuggendo al controllo dei cittadini.
Una volta c’erano delle ore di punta sulle quali potevi contare: certe, irriducibili, affidabili: se ti andava di stare un’ora imbutato nel traffico bastava metterti in macchina alle nove di mattina e il gioco era fatto…oppure, che ne so, alle sei del pomeriggio..adesso le ore di punta variano dalle sette e mezzo del mattino alle otto di sera e nessuno puo’ dire se e quando si ingolfera’ irrimediabilmente la citta’. Ieri attaccavo in ufficio alle dieci del mattino, mi aspettavo il superpanico da lunedì con gli automobilisti fermi a castello sul raccordo anulare e noi esseri urbani piazzati ad incastro stile pezzi del tetris sulle consolari e invece.. non c’era nessuno ma proprio nemmeno un’anima, sembrava una citta’ fantasma,sembrava che avessi sbagliato tempo e spazio,sembrava ferragosto (se non fosse stato per il freddo, improvvisamente rientrato nell’urbe non invitato). Ieri sera alle sette, invece, il panico: tutti gli abitanti della citta’ dovevano fare la mia stessa strada, la pioggia si approssimava portando con se’ il cattivo umore, i finestrini si chiudevano ma si sentiva lo stesso l’incazzatura che saliva e le regole saltavano e si sorpassava a destra, a sinistra, sopra , sotto, i pedoni si gettavano a caso in mezzo alla strada ma io dico: se la mattina nessuno di voi e’ uscito di casa e la strada era tutta libera,mo’ da dove sbucate? Rientrate da dove, se non siete mai usciti? Com’e’ possibile? Boh. Questa mattina, stessa ora, altra citta’: un traffico da giorno di pioggia pieno, vigili almeno 7 per semaforo, tutti ovviamente chiusi nel gabbiotto a leggere il giornale mentre noi ci scannavamo per avanzare di 20 cm, una coda lunga si snodava sui sette colli e all’improvviso, dopo un curvone, il traffico finiva e la strada si apriva dinazi a me completamente vuota. E’ finito, giuro, semplicemente si e’ dissolto, prima eravamo in 5.000 a ballare l’alli galli e dopo la curva c’ero rimasta solo io, tutto intorno silenzio.
Non fosse stato per i segni delle ruote di un SUV sulla tuta anti pioggia (tre minuti prima ero stata letteralmente scavalcata dal bestione) avrei potuto pensare che era tutto uno scherzo della mia immaginazione. Forse il traffico non esiste, e’ solo una condizione mentale
Forse abbiamo bisogno di non essere soli nell’urbe e ci inventiamo il panico stradale.

A me mi sembrava tutto abbastanza reale

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