mercoledì 3 dicembre 2008

Pollice verso

Sara’ che sono un essere urbano ma io con le piante ho il pollice nero.
Qualunque essere vivente appartenente al mondo vegetal-decorativo fa una brutta fine, se viene in contatto con me.
Tutte, mi sono morte, dalla prima felce all’ultimo cactus; in genere periscono dopo una lenta e penosa agonia che si consuma sotto i miei occhi distratti ed indifferenti
Ho visto piante, che appena hanno intuito di essermi destinate si sono seccate spontaneamente e repentinamente, di propria sponte
Sara’ che in effetti le piante mi stanno un po’ sul cazzo
Non riesco a stabilirci un rapporto, credo che dipenda dal fatto che dovrei annotarmi da qualche parte di annaffiarle e poi ricordarmi dove ho messo l’annotazione
Comunque, dato che in ogni caso possiedo una mia sensibilita’, ad un certo punto con le piante ho chiuso: basta eccidi di prova, basta morti verdi.
Poi mi trasferisco a casa nuova e una mia amica mi regala una pianta.
Vedendo la mia faccia scura mi rassicura subito: non ti preoccupare, questa e’ resistente, non ha bisogno di essere annaffiata spesso, vedrai che non ti muore.
La prendo, nemmeno le tolgo la carta crespa attorno, la butto in un angolo buio della magione e me ne dimentico per circa due mesi. Durante questo lasso di tempo, la mia gatta l’ha trovata, ci si e’ fatta le unghie sopra, ha scavato nel vaso e le ha sfilacciato tutte le foglie. Inoltre, ne ha fatto il suo quartier generale: ci si nasconde dietro per farmi gli agguati e poi sparire velocemente tra le sue sparute fronde, proprio come una dannata viet.
L’altro giorno, mentre vagavo per casa con lo sguardo vacuo, all’improvviso i miei occhi mettono a fuoco la pianta.
Mi avvicino
Incredibile: la pianta e’ viva.
Non solo e’ viva, e’ vegeta.
Sara’pure spelacchiata ma in cima ci sono delle belle foglioline lucide e piccole e, udite udite, e’ anche cresciuta, e’ diventata piu’ alta.
Cazzo, ho pensato, questa pianta e’ un’immortale.
E’ una tipa, tosta, una resistente urbana, una vegetale con le palle.
Ha risalito velocemente la scala della mia considerazione.
La mattina dopo l’ho presa delicatamente, ho scostato la carta crespa e le ho versato dolcemente nel vaso mezzo bicchiere d’acqua. Poi l’ho riposta con cura vicino alla porta finestra, per regalarle un po’ di luce.
Ho deciso di chiamarla Ginevra.

La sera, quando sono tornata a casa, Ginevra era morta
Secca, marrone, malsana
Incredibile: l’unico elemento che a quella pianta serviva per vivere era la mia lontananza.
Chiedeva soltanto una cosa, nella sua vita vegetale: che io le stessi fuori dai coglioni.
Ci sono rimasta malissimo, mi stavo affezionando.
Perche’, perche’ ci ho riprovato?
Un’altra vita vegetal-decorativa interrotta.
L’ho presa e ributtata nel suo angolo buio, la dannata viet se n’e’ riappropriata subito.

L’ho lasciata alla cura delle sue unghie, pare si stia lentamente riprendendo

22 commenti:

Arcureo ha detto...

L'acqua l'hai presa dal rubinetto o da un'anonima bottiglia da sotto il lavello? (leggi: "l'hai innaffiata con la varechina")
;-)
Comunque mi sa che d'ora in poi ti converrà farti soprannominare Agent Orange, eh! ^__^

Prefe ha detto...

forse era una pianta albina non doveva metterla alla luce!

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Non staccare la spina: anche se è allo stato di vegetale Ginevra (la pianta) va salvata, preserva anche tu il diritto alla vita.

Scusa Punzy, è che parlo sempre di lui e ...

Grazie per i mille commenti.
Aspetta che mi iscrivo tra i lettori.
Ciao.

Blogger

Franca ha detto...

Oh my God! Fai proprio un brutto effetto...

Giuseppe Bovino di Borbone ha detto...

Mi è capitato qualcosa di simile.

Pellescura ha detto...

Insomma, se andassi nella foresta Amazzonica potresti da sola allargare il buco dell'ozono...

Punzy ha detto...

Dunque, per fugare ogni dubbio:
Ginevra fu annaffiata con regolare acqua del rubinetto
Non e' albina in quanto verde e rossa, la pigmentazione dovrebbe essere incompatibile con l'albinismo

azioni intraprese: immediato disinteresse nei suoi confronti, relagazione della stessa in un angolo buio (ripristino delle condizioni iniziali)

Per Bruno: ho deciso, non staccjero' la spina ma sospendero' l'alimentazione forzata di acqua

Anonimo ha detto...

Tale e quale a mia moglie ...

Bruno ha detto...

sei sicura che non sia di plastica..????? :-D

Anonimo ha detto...

"ho deciso, non staccjero' la spina ma sospendero' l'alimentazione forzata di acqua"

ecco, la solita comunista contraria alla vita. mille bimbi neri stanno piangendo per questo. cazzinger ti punirà e andrai all'inferno. mentre lui nel frattempo li consolera' alzandosi la gonna. li mortacci....

Punzy ha detto...

x vento: ma davvero i bimbi neri, con tutti i problemi che hanno, stanno piangendo x la mia pianta?

Autore ha detto...

complimenti per il blog! molto simpatico

Melina2811 ha detto...

purtroppo per le piane bisogna avere passione e conoscerle.... ciao da Maria

Punzy ha detto...

grazie lulaj, benvenuta-o

Punzy ha detto...

benvenuta anche a te, maria

BC. Bruno Carioli ha detto...

Forza Ginevra resisti !

Gianna ha detto...

Ti stupirai nuovamente per Ginevra,alla quale piace il buio!

il Russo ha detto...

Vivo con una persona che non c'ha il pollice verde: c'ha la mano intera! Il terrazzo sembra una serra, il tinello una jungla, quei cazzo di gerani sul terrazzino manco d'inverno schiattano! Io odio le piante, ti prego dammi il segreto per assassinarle tutte senza lasciare traccia.

pino ha detto...

per caso sei parente alla beata quartina?

Punzy ha detto...

@ Russo: semplicemente, esisto

@Pino: no, sono un esemplare unico

ladyoscar ha detto...

Io so esattamente cosa si prova...
Secondo me non è il pollice..verde, verso, nero. Ma lo sguardo. (l'occhio che uccide)
io non le guardo nemmeno sennò...kaput!

the muffin woman pat ha detto...

come ti capisco.